Da psicologo maschio, ma sposato con una collega (:-D), condivido ed apprezzo la riflessione di Chiara e Stefania.
Abbiamo bisogno di parametrizzare le forme di assistenza rispetto a quelle che sono le reali esigenze delle varie componenti demografiche della categoria, in primis quella femminile e quella giovanile, oltre a quella dei “pensionati con montante ridotto”, che dovrebbero ricevere quanto meno in servizi e assistenza quel sostegno che non ricevono come pensione…
Ma, per tornare al merito dell’articolo, credo che la specifica attenzione a quell’80% della categoria sia proprio necessaria.